L’esclusione abitativa è un problema per l’Ue
Lo evidenzia il nuovo Rapporto pubblicato da Feantsa e Fondation Abbé Pierre
«La condizione di senzatetto rimane un problema in molti Stati membri dell’Ue, insieme alle sfide legate all’accessibilità e alla convenienza degli alloggi, in particolare nelle aree urbane, alla povertà energetica e all’elevato costo della vita che colpisce una vasta gamma di persone, soprattutto quelle a basso reddito». È quanto si legge nella Dichiarazione di La Hulpe sul futuro del pilastro europeo dei diritti sociali, ratificata nell’aprile 2024 da Parlamento, Commissione, Stati membri, organizzazioni sindacali e della società civile, dichiarazione che sottolineava l’importanza di mantenere la questione come una priorità politica assoluta e di sostenere i programmi nazionali che la affrontano direttamente. E proprio dalla citazione di questa dichiarazione inizia il nuovo Rapporto sull’esclusione abitativa in Europa, curato dalla Federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con persone senza dimora (Feantsa) e dalla Fondazione Abbé Pierre, che presenta una panoramica preoccupante e stime allarmanti.
Per stimare il numero complessivo di persone senzatetto in Europa, gli autori del Rapporto partono da una raccolta dati puntuale sulle persone in esclusione abitativa svolta in 11 Paesi, da cui emerge il dato di 737.198 persone contate in questa condizione. Tale dato viene quindi confrontato con la somma della popolazione di questi 11 Paesi (295.153.618 persone, secondo Eurostat) ottenendo un tasso medio di persone senzatetto sulla popolazione totale dello 0,250%. Questo tasso è poi applicato all’intera popolazione europea (515.155.514 persone, conteggiando anche il Regno Unito) per determinare la stima finale: l’Europa potrebbe contare 1.286.691 senzatetto, persone in rifugi notturni e persone in alloggi temporanei per senzatetto.
Si tratta comunque di dati che vanno interpretati con cautela, perché non possono essere completamente scollegati dai contesti in cui sono stati prodotti, osservano gli autori del Rapporto: «I livelli elevati sono dovuti in gran parte ai mezzi impiegati dai Paesi per contare efficacemente la popolazione senzatetto. Al contrario, in alcuni Paesi che segnalano un basso numero di senzatetto, il problema probabilmente non riceve un’importanza adeguata ed è quindi ampiamente sottovalutato. Mentre le statistiche diagnostiche possono servire a costringere le autorità pubbliche ad affrontare le proprie responsabilità, le sole cifre grezze raramente mostrano la gravità della situazione».
Situazione grave per minori e adolescenti
Il Rapporto di Feantsa e Fondation Abbé Pierre evidenzia comunque una situazione abitativa grave in Europa, in particolare per quanto riguarda i minori e gli adolescenti.
Le due organizzazioni stimano infatti che, nel corso del 2023, circa 400.000 minori in Europa abbiano vissuto l’esperienza della mancanza di una casa. Inoltre, sottolinea il Rapporto, molteplici forme di esclusione abitativa continuano a colpire i giovani, ad esempio 14,5 milioni di minori vivono in alloggi inadeguati, cinque milioni di famiglie con bambini si trovano in condizioni di povertà energetica, mentre un minore su quattro vive in alloggi sovraffollati. «Che siano per strada, assistiti in strutture di accoglienza, ospitati temporaneamente in hotel o costretti a vivere in rifugi di fortuna, baraccopoli o alloggi sovraffollati, a questi bambini vengono negate le condizioni di vita che consentirebbero loro di crescere dignitosamente» osserva il Rapporto. Si tratta infatti di situazioni che hanno poi delle conseguenze dirette e profonde sulla salute e sull’accesso alle cure, sul cibo e sul nutrimento nonché sulla possibilità di seguire con profitto i cicli di istruzione. «Se il valore di una società si misura in base al modo in cui tratta i giovani, l’Europa sta chiaramente affrontando una sfida profonda – scrivono gli autori del Rapporto –. In una delle regioni più prospere del mondo, circa 400.000 minori vivono
per strada o in alloggi di emergenza o temporanei e diversi milioni vivono in alloggi inadatti. Questa situazione è tanto più urgente perché l’alloggio è fondamentale per la giustizia sociale e le pari opportunità. Privati delle condizioni di cui hanno bisogno per vivere e crescere con dignità fin dall’inizio, questi bambini rischiano di essere ingiustamente svantaggiati nel loro percorso di vita ed esclusi dalla partecipazione al futuro della loro società».
Non bastano più misure correttive
La nuova Commissione europea 2024-2029 ha annunciato un impegno per contrastare la crisi abitativa con varie misure: un piano europeo innovativo per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili, un commissario responsabile per l’edilizia abitativa, una piattaforma europea di investimento per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili e l’edilizia abitativa sostenibile e un raddoppio dei finanziamenti disponibili per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili nell’ambito della politica di coesione.
Feantsa e Fondazione Abbé Pierre si sono espresse a favore di queste iniziative, che seguono la creazione della Piattaforma europea per la lotta ai senzatetto, e presenteranno le loro raccomandazioni alle istituzioni dell’Ue. Tuttavia, osservano, questi «annunci incoraggianti» non sono sufficienti da soli: «Di fronte alla portata dell’attuale crisi, è essenziale ripensare il nostro approccio collettivo e completo all’edilizia abitativa come diritto fondamentale. Il nuovo mandato delle istituzioni europee deve dare impulso a politiche concrete, ambiziose e sostenibili in materia di accesso all’alloggio, garantendo a tutti l’accesso a un alloggio dignitoso e adeguato, in linea con le esigenze».
Per ora, osservano le due organizzazioni, gli Stati membri rimangono i principali attori in grado di influenzare la situazione, mentre la politica europea di bilancio limita fortemente la loro capacità di investire in soluzioni solide. Ma, sostengono, «non è più il momento di misure correttive e piccoli aggiustamenti. La crisi è troppo profonda. Dobbiamo agire in modo più ambizioso. I governi e le autorità locali devono unire le forze per combattere la mancanza di una casa e garantire che nessun bambino sia escluso dall’alloggio, per regolamentare il mercato immobiliare e gli affitti, per produrre alloggi sociali e accessibili per le famiglie e per riformare radicalmente le campagne di ristrutturazione dando priorità alle famiglie più vulnerabili».