Occupazione immigrata
Uno studio Eurostat evidenzia le forti differenze sul mercato del lavoro tra cittadini nazionali e cittadini stranieri immigrati, soprattutto se non comunitari
Nel 2013 nell’Unione europea il tasso di disoccupazione tra i cittadini non comunitari di età compresa tra i 20 e i 64 anni era più del doppio di quello rilevato tra i cittadini cosiddetti nazionali (10%), differenza enorme che si attenua in modo significativo se si considerano periodi di disoccupazione superiori a un anno (48,6% per i non comunitari e 49,4% per i comunitari).
Per quanto riguarda invece il tasso di occupazione nell’Ue, tra i cittadini extracomunitari di età compresa tra i 20 ei 64 si attesta al 56,1%, mentre per i cittadini nazionali era mediamente del 68,9% nel 2013. È quanto emerge da uno studio pubblicato da Eurostat a fine luglio, che ha analizzato una gamma di indicatori del mercato del lavoro in relazione alla popolazione immigrata.
Per quanto riguarda ad esempio i contratti di lavoro dipendente a tempo determinato, la percentuale tra i lavoratori immigrati (20,2%) è molto più elevata che tra i nazionali (12,4%), così come avviene per il lavoro part time (27,5% tra gli stranieri immigrati e 18,4% tra i nazionali).
Tra i non nazionali, però, la situazione è molto diversa a seconda che si tratti di cittadini comunitari o non comunitari: per i cittadini di un altro Stato membro dell’Ue il tasso di occupazione (70,9%) è stato nel 2013 leggermente superiore a quello dei cittadini nazionali (68,9%), mentre il tasso di disoccupazione (12,2%) ha superato di pochi punti percentuali quello dei nazionali (10%) ma invece la disoccupazione di lunga durata è stata decisamente inferiore tra gli immigrati comunitari (40%) che tra i nazionali (49,4%).
Nel 2013 nell’Ue il tasso di occupazione era del 56,1% per i cittadini non comunitari, rispetto al 68,9% tra i cittadini nazionali. In quasi tutti gli Stati membri dell’Ue il tasso di occupazione dei cittadini nazionali è stato superiore a quello dei cittadini non comunitari, tranne che a Cipro (66,8% per i nazionali rispetto al 74,3% per gli immigrati non comunitari), Repubblica Ceca (72,4% rispetto al 79,5%), Lituania (69,8% rispetto al 70,8%) e Italia (59,5% rispetto al 60,1%).
Le maggiori differenze nei tassi di occupazione tra cittadini extracomunitari e nazionali sono state registrate in Svezia (50,2% dei non comunitari rispetto all’81,3% dei nazionali, -31,1 punti percentuali), Belgio (-28,8 pp), Paesi Bassi (-26,8 pp), Francia (-22 pp), Finlandia (-20,5 pp) e Germania (-20,2 pp).